“Scusi, ma non è Porta a Porta?”. In un’ora e un quarto di deposizione, fra esame e controesame, per ben tre volte l’ex presidente del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara, fa riferimento a dichiarazioni rilasciate alla popolare trasmissione televisiva. Dopo aver tuonato per anni sulle malefatte del sistema calcio, l’ex presidente del Bologna oggi è certamente più pacato rispetto a certe comparsate televisive del passato in cui annunciava richieste di 70 milioni di euro in solido alla Federazione, al Coni, alla Reggina, all’Agenzia delle Entrate e ai membri della Covisoc e Coavisoc. Oggi Gazzoni sembra persino in ritirata ed è l'ennesimo teste dell'accusa che non porta di fatto alcun contributo alle tesi dei PM. Incisivo invece è stato l'incalzare della difesa che nella giornata in cui Nucini si immola per la beatificazione di Facchetti, spinge Gazzoni a fare il suo nome quale probabile agente che si occupò delle fideiussioni irregolari che permisero alla Reggina di isciversi al campionato 2005/2006. Ma andiamo con ordine.
Rispondendo alle domande del PM Beatrice, Gazzoni ripercorre inizialmente i tempi della propria amicizia con Umberto Agnelli e di come i rapporti con la Juventus cambiarono con l’avvento di Giraudo e Moggi. "Si irrigidirono – spiega – i rapporti diventarono costanti e normali". Il teste fa riferimento a una trattativa di mercato avuta per un non meglio specificato scambio di giocatori che venne annullata dai vertici bianconeri il giorno dopo. "Questo non succedeva prima" chiosa Gazzoni, che spiega poi di una telefonata fatta a Giraudo per chiedere cosa ne pensasse di un eventuale ingaggio di Zeman come allenatore al Bologna. "Ma è proprio necessario?" fu la risposta dell’ex amministratore delegato juventino che in fin dei conti, visto il ruolino del boemo in quanto a esoneri, non gli diede certo un cattivo consiglio. Spazio poi ad episodi del campionato 2004/2005 ritenuti da Gazzoni Frascara di "significativa irregolarità". Tutto comincia da un Fiorentina-Bologna in cui Cipollini, a cui Gazzoni da primo azionista aveva delegato la presidenza del Bologna, evidenzia a Gazzoni come l’arbitro "abbia distrutto la difesa" facendo riferimento alla partita successiva in cui il Bologna avrebbe affrontato la Juventus. E' la vecchia storia delle ammonizioni mirate tanto caro alle pagine di giornali rosa e non nell'estate del 2006, di cui Ju29ro si è occupato qui e qui
Vinse 1 a 0 la Juventus in quella partita con gol a pochi minuti dalla fine segnato da Nedved su punizione che il teste definisce "inventata". Citazione anche per un Siena-Milan 2-1, arbitrato da Collina, con gol regolare annullato al Milan che avrebbe agevolato la vittoria del Siena (concorrente del Bologna per la salvezza). "Senza quella svista arbitrale ci saremmo salvati" sentenzia Gazzoni che spiega così che "ci furono evidenti errori arbitrali che costrinsero il Bologna alla retrocessione e al successivo fallimento. Non posso parlare di complotto – dichiara – ma la società del Bologna fu colpita".
Non di sole sviste arbitrali si lamenta Gazzoni, che parla di "doping amministrativo" alla base di un alterco avuto con Lotito presso i locali della Lega Calcio. "Dissi che era scandaloso rateizzare un debito fiscale di 140 miliardi in 25 anni." Con quel debito sulle spalle, originato dalla precedente gestione, la Lazio vinse lo scudetto 2000-2001, mentre la Juventus annegava nell’acquitrino di Perugia nella partita che l’arbitro Collina volle far giocare a tutti i costi. "La Roma poi venne a Bologna, segnò 5 gol – ricorda l’ex presidente – io fui quasi accoltellato dai tifosi, mentre la Roma aveva un debito di 50-60 miliardi con l’IRPEF..." Parla di "secondo schiaffo" Gazzoni, ricordando come, riguardo alle iscrizioni per il successivo campionato di serie A, Messina e Reggina non fossero a posto finanziariamente per parteciparvi e, nonostante questo, il Bologna non venne ripescato.
"A fine campionato salta fuori una cosa molto strana - spiega Gazzoni - grazie alla denuncia del doping amministrativo, per evitare il ripetersi di fatti di non competizione, ovvero non pagare l’iva, la figc decise una serie di regole: stipendi e contributi da versare entro il 31 marzo, ed entro il 30 giugno si fissava il termine perentorio in cui bisognava non avere debiti con l’erario. In caso di debito, lo stesso doveva essere novato con fideiussione." A negare al Bologna la riammissione in serie A, oltre alle sentenze di TAR e del Consiglio di Stato, vi fu, secondo Gazzoni, anche l’ex presidente della Fgci Franco Carraro, che non avrebbe voluto inserire all’ordine del giorno la questione, negando a Gazzoni, fra l’altro, la possibilità di intervenire in Consiglio federale, sostenendo che la questione stessa dovesse essere risolta in sede Covisoc e Coavisoc e non in Consiglio. Il Bologna rimase quindi in serie B e Gazzoni racconta del suo stupore quando, dopo qualche mese, si scoprì che la Reggina non fosse stata con le carte a posto entro il 30 giugno e che rimase con un debito nei confronti del fisco avendo rilasciato una fideiussione inidonea.
Da chi fu rilasciata quella fideiussione inidonea ?
Avv. Prioreschi: Lei è stato sentito dal pubblico ministero il 13 maggio 2006... torniamo alla vicenda dell'iscrizione della Reggina, Lei ha parlato, se ho capito bene, che c'era una irregolarità nella fidejussione presentata dalla Reggina per l'iscrizione al campionato, è così? Ho capito bene?
Gazzoni Frascara: Avvocato, il debito era reale della Reggina, non è stato novato entro i termini perentori imposti dalla FIGC, vale a dire 30 giugno 2005. Il debito non è novato.
Avv. Prioreschi: La Reggina aveva o non aveva presentato una fidejussione inidonea prestata dalla Sanremo Assicurazioni?
Gazzoni Frascara: Inidonea.
Avv. Prioreschi: Chi era l'agente che aveva fatto questa operazione della Sanremo?
Gazzoni Frascara: Si dice...
Avv. Prioreschi: No si dice...
Gazzoni Frascara: Si dice, si dice...
Avv. Prioreschi: Dica.
Gazzoni Frascara: Si dice che fosse stato Facchetti.
Avv. Prioreschi: Facchetti, Giacinto Facchetti?
Gazzoni Frascara: Sì. Si dice. Io non ho la prova però.
Presidente Casoria: Si dice...
Avv. Prioreschi: No, non è si dice, adesso dice. Sto facendo una contestazione: 13 maggio 2006, "E’ noto che la fideiussione risultata inidonea inizialmente prestata in favore della Reggina è della Sanremo di Genova. Io ho più volte rilasciato dichiarazioni concernenti questa operazione e oggi sono in grado di indicare il nome di Giacinto Facchetti probabile agente assicurativo intermediario della suddetta polizza".
Gazzoni Frascara: Probabile, si dice...
Avv. Prioreschi: Probabile, ma non "si dice". Sulla base di quali elementi ha affermato al pubblico ministero...
Presidente Casoria: Questa probabilità da cosa derivava?
Gazzoni Frascara: Dal bocca a bocca che gira in questo grande mondo del calcio.
Avv. Prioreschi: Ah, ecco. E quindi, per capire, insomma, se la Reggina era società "amica" di Moggi e della Gea, mi pare che Facchetti stesse da tutt'altra parte, Facchetti che fa fornisce la fidejussione alla Reggina?
Gazzoni Frascara: Non centra nulla avvocato, è tutto un melting pot il calcio, sono chi più ha più ne metta, lì per guadagnare quattro lire son tutti nemici e tutti amici.
Avv. Prioreschi: Lei mi ha fatto felice con questa risposta, guardi.
Chissà se il figlio di Facchetti, dopo aver annunciato querela a Moggi, adesso querelerà anche Gazzoni Frascara per quanto detto a proposito della famosa fideiussione.
Maurizio Galdi, sulla Gazzetta, di questa deposizione riporta solo questo: "Si chiude con Giuseppe Gazzoni Frascara e il fallimento del suo Bologna per colpa della retrocessione «immeritata»".